Lettera aperta a quattro attrici famose su Vanity Fair e
un Fondo di solidarietà ACS per le donne perseguitate per la fede

6 giugno  2018

Aiuto alla Chiesa che Soffre-Italia, con una lettera aperta pubblicata sul numero di Vanity Fair oggi in edicola, si rivolge ad Asia Argento, Meryl Streep, Sharon Stone, Uma Thurman e a tutte le loro colleghe, cioè a quante, con il movimento MeToo, hanno opportunamente richiamato l’attenzione del mondo sullo scandalo delle molestie sessuali subite dalle donne, in particolare nel mondo dello spettacolo.

L’iniziativa della fondazione pontificia scaturisce dallo stridente e intollerabile contrasto fra questa efficace campagna pubblica sostenuta da tanti volti famosi e la totale indifferenza, anzitutto mediatica, verso le tantissime donne che patiscono violenze sessuali e psicologiche per ragioni di fede.

“Abbiamo voluto lanciare una provocazione”, commentano Alfredo Mantovano e Alessandro Monteduro, rispettivamente Presidente e Direttore di ACS Italia. “Per questo chiediamo a quattro famose attrici di prendere a cuore anche le decine di migliaia di donne che in molti Paesi, soprattutto quelli in cui dominano i fondamentalismi, subiscono violenze indicibili solo perché professano un’altra religione, nella maggior parte dei casi quella cristiana.”.

Sono state scelte tre di queste vittime in rappresentanza di tutte le altre. “La lettera aperta – proseguono Mantovano e Monteduro – è corredata dei volti di Rebecca, Dalal e Suor Meena, rispettivamente una cristiana nigeriana schiavizzata dai terroristi di Boko Haram, una yazida irachena violentata dai miliziani dell’ISIS e una cristiana indiana violentata dagli estremisti indù. Le tre testimoni sorreggono altrettanti cartelli con gli hashtags #MeToo – #NotJustYou – #StopIndifference. Ma non vogliamo limitarci alla pur necessaria denuncia dell’indifferenza. ACS-Italia ha appena costituito un Fondo di solidarietà per le donne, anzitutto cristiane, vittime di violenza a causa della fede. Le donazioni che riceveremo saranno destinate a specifici progetti di sostegno alle donne perseguitate. Il nostro obiettivo – concludono – è che il #MeToo sia finalmente per tutte.”.

Roma, 6 giugno 2018