Nel pomeriggio del 21 giugno 2017, nel salone dell’Istituto di formazione politica Pedro Arrupe di Palermo, si è svolto l’incontro inaugurale dell’Associazione femminile Le Rose Bianche per la presentazione del proprio Manifesto.

Un folto pubblico costituito da persone di diverse età, ha seguito con attenzione e interesse.

L’atmosfera che le appartenenti all’Associazione hanno voluto creare, come ha sottolineato la responsabile Stefania Macaluso, ha fatto pensare più ad una festa che ad un serioso convegno per addetti ai lavori.

Ha avviato i lavori Nicoletta Purpura, Direttrice dell’Istituto Pedro Arrupe che ha ospitato l’evento. La Dottoressa Purpura ha sottolineato l’importanza della nascita di un’associazione femminile, nel nostro territorio,  determinata a proporre in campo politico percorsi alternativi rispetto ai consueti modi di operare, ormai tanto diffusi nel nostro Paese.

Stefania Macaluso ha ringraziato la Direttrice ed ha introdotto il tema dell’incontro osservando come, pur trovandoci in una fase storica in cui si è affermata la consapevolezza del “femminile” come peculiarità umana, ancora ai nostri giorni sia necessario un pieno riconoscimento della dignità della donna.

L’associazione Le Rose Bianche nasce tra donne che,  pur operando in ambiti diversi, confrontandosi, hanno scoperto di avere una matrice comune nella condivisa esperienza del fondamento di senso attinto nel Vangelo,  a partire dal quale trovano forza e ispirazione.

Nella nostra realtà non mancano le associazioni di donne; manca la consapevolezza del femminile radicato nel Vangelo: nel Vangelo è radicata la dignità femminile, come si evince dal mandato di parola da esse ricevuto riguardo all’annuncio del trionfo della vita sulla morte (Marco 16, 7).

Nel  Vangelo è attestato il riconoscimento delle donne , inedito e scardinante  rispetto alle strutture socio-culturali che nel tempo hanno relegato  il femminile alla sottomissione e alla emarginazione. Alle donne, dopo la Resurrezione, viene conferito il mandato preciso di essere apostole e testimoni. I tempi sono maturi perché, a partire dalla Chiesa stessa, la società elabori culturalmente tale presupposto.

L’Associazione si  ripropone, tra l’altro, di superare i condizionamenti di una cultura androcentrica , di esplicitare le peculiarità femminili e la loro specifica incisività in ambito “politico”; tutto ciò coniugando la ricerca, la riflessione e la consapevolezza  della necessità di un operare concreto.

La biblista Marida Nicolaci,  presentando il tema Le donne al seguito di Gesù, ha dato un contributo prezioso alla riflessione sulle premesse fondanti  espresse nel Manifesto e da lei puntualmente messe in luce.

Nel suo breve ma appassionato intervento, il diacono Giovanni D’Anna ha richiamato i temi del Manifesto chiosando i  titoletti delle cinque parti in cui si articola.

Ha sottolineato la “libertà nel servizio” che denota e connota la diaconia; ha rilevato la provocazione che può riceversi da una traduzione che identifichi in Maria non la serva ma la “Alleata” del Signore; ha evidenziato il ricorrere di termini che rinviano al significato di edificare, seminare-piantare, aggregare;  e sulla metafora dell’aggregare ha concluso ricordando come il discernere e l’avviare un cammino siano iniziative proprie di un vero gregge che abbia un “vero” Pastore.

Alia D’Anna ha ringraziato tutti gli intervenuti ed ha ricordato come Stefania Macaluso, studiosa in particolare di Simone Weil e di Edith Stein, per anni si sia impegnata perché alla donna venisse riconosciuto un ruolo significativo in campo culturale. La nascita di questa Associazione rappresenta il completamento del suo lungo impegno.

Riprendendo il tema specifico dell’incontro, la professoressa D’Anna ha evocato la “candida rosa” del Paradiso dantesco ed ha spiegato come, con il suo alto valore simbolico (unità nella diversità), la logica suggestiva della candida rosa sia emblematicamente implicita nel Manifesto dell’Associazione.

Dante racconta di sé come possa compiere il viaggio, attraverso i cieli fino all’Empireo, sede di Dio e della candida rosa formata dai beati, soltanto con il sostegno di Beatrice, la donna amata, che lo incoraggia ed istruisce.

Entrato nell’Empireo, Dante ritrovata la condizione innocente di un bambino, si libera dalla superbia ed arroganza, legate ad un falso sapere.

E’ possibile ascoltare, ancora oggi, la voce del Poeta?

La professoressa Alia D’Anna ha invitato l’attrice Consuelo Lupo ad offrirne una lettura al pubblico presente.  Generosa, impegnata nella Comunità di Sant’Egidio, attiva nelle scuole e negli incontri con giovani e meno giovani , l’attrice ha declamato splendidamente alcuni versi tratti da vari Canti riguardanti i momenti più significativi del viaggio di Dante: un duetto tra Alia D’Anna che ha  introdotto e contestualizzato le letture e Consuelo Lupo che ha incantato il pubblico.

Per gli appassionati (ma vuole, ancor più, essere una provocazione per tutti) si riportano le indicazioni per ritrovare i passi.

Dante Alighieri, Paradiso , Canto II, 127-141; IV, 28-42; XXIX, 136-145; XXX, 55-78.97-99; XXXI, 1-3.

Ha concluso l’incontro Cettina Mancino rievocando un’altra della matrici simboliche cui si sono ispirate  le socie per la denominazione dell’Associazione: il gruppo giovanile della Resistenza antinazista Weisse Rose, riferimento di forte valenza morale sul quale è stata riedificata la dignità della nazione tedesca.  Alla testimonianza di quei giovani  e di coloro che li sostennero,  fino all’estremo sacrificio, sono stati altresì  ispirati i valori per la riedificazione post-bellica dell’ Europa pacificata.

Salutando il pubblico, Cettina Mancino  ha informato che a settembre l’Associazione riprenderà la sua attività con un taglio anche operativo, a partire da una proposta di riflessione sulla Carta di Palermo, già oggetto di studio da parte delle socie.