“L’Altra politica: una lettura di senso della Carta di Palermo”

La Carta di Palermo è il documento, emanato dal Comune della nostra Città sul tema “Mobilità Umana internazionale. Dalla migrazione come sofferenza, alla mobilità come diritto umano inalienabile”. Palermo si propone sulla scena internazionale come avamposto di una politica coerente con i valori e i principi su cui si fondano l’Europa e la nostra stessa democrazia.

“Io sono persona: dalla migrazione come sofferenza alla mobilità come diritto” è il titolo del convegno internazionale che si è svolto a Palermo nel marzo del 2015, centrato sul principio secondo cui la mobilità umana è un diritto.

La nostra associazione ha proposto, giorno 10 ottobre, una “conversazione” (cum-vertere), un momento di riflessione condivisa sul fenomeno della migrazione umana. Su questo argomento si accendono troppo spesso posizioni e pregiudizi lontani da un’analisi volta a capire e a individuare percorsi di praticabilità che, attenti alla complessità del fenomeno, pongano in prima istanza il riconoscimento della persona.

La Carta, illustrata dalla prof.ssa Vita Margiotta, ribadisce che la mobilità umana è un fenomeno contemplato dalla giurisprudenza e tutelato dal nostro diritto costituzionale, come ha spiegato il prof. Giuseppe Verde, docente presso la Scuola di Giurisprudenza che ha ospitato l’evento.

La Carta sembra solcare orizzonti ideali a tinte utopiche, ma in realtà pone in luce i fondamenti stessi del diritto umanitario internazionale. Occorre pertanto farne una corretta lettura, a partire dalla decostruzione degli scenari di paura e di pregiudizio la cui diffusione dilaga, veicolata dalla comunicazione mass-mediatica i cui slogan puntano sul pathos, ottundendo la passione dell’analisi razionale. A tale scopo la “conversazione” si è svolta nella direzione di una lettura di senso, finalizzata ad una comprensione trasparente e ad una coerente azione, intese sia come stile mentale e atteggiamento comportamentale del comune cittadino, sia come prassi politica.

La Carta di Palermo in tal senso assume il valore di memorandum sul piano dei fondamenti culturali dell’Europa e di monito riguardo alle scelte politiche che non possono ridursi a ipoteche sul buon senso dettate dall’interesse ad assecondare populismi anacronistici. L’alternativa non è tra buonismo e cinico realismo. Occorre piuttosto saper guardare alla complessità di questa evenienza storica, senza ridurla a problema da risolvere. Questo è lo sforzo richiesto alla politica che deve porre in atto non risoluzioni populiste, ma processi di promozione di quanto concorre a soccorrere chi è nell’urgenza del bisogno e nella sofferenza. Solo una politica capace di cogliere la complessità risponde al modello cui si appellava la filosofa Simone Weil, delineando le premesse ideali per la ricostruzione dell’Europa post-bellica, momento epocale al quale continuare a riferirci di fronte a fenomeni anch’essi epocali: «La politica è un’arte regolata dalla composizione su piani multipli» (La prima radice).

Ne va dei destini storici dell’Europa.

Sul finire della Seconda Guerra mondiale, la filosofa María Zambrano scriveva L’agonia dell’Europa, una lungimirante disamina del dibattersi del vecchio continente tra il disastro bellico e la ricerca di una via per la speranza. «L’Europa ha bisogno di rivelazione, di sapere riguardo a noi stessi». Queste parole ci interpellano. L’identità e la storia d’Europa sono costruite intorno alla pluralità di idee, di religioni, di tradizioni. Palermo eletta a capitale della cultura è il laboratorio europeo dove sperimentare pratiche di cultura umanizzante rispetto al fenomeno della migrazione di persone spinte dal bisogno della sopravvivenza.

L’on.le Teresa Piccione, invitata a illustrare quali pratiche politiche rispettose della persona siano state messe in atto a livello di Governo nazionale, assente per motivi istituzionali, ha inviato un suo contributo, letto dalla segretaria dell’associazione Giuliana Mineo, sullo stato dell’arte dell’azione politica riguardo al fenomeno dei migranti. [Leggi articolo]

L’attrice Consuelo Lupo, invitata quale portavoce della Comunità di Sant’Egidio presso cui presta volontariato, ha illustrato la pratica dei “corridoi umanitari”, un progetto in sinergia tra la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, la Tavola Valdese e il governo italiano, che ha consentito di portare in sicurezza più di mille migranti, secondo un modello rispettoso della dignità di persone (uomini, donne bambini, interi nuclei familiari), radicalmente alternativo a pratiche ghettizzanti o addirittura respingenti che contraddicono gravemente i principi di dignità della persona alla base del sistema valoriale dei paesi cosiddetti progrediti.

Stefania Macaluso

Nella foto: l’attrice C. Lupo, volontaria della Comunità di Sant’Egidio, il prof. G. Verde, la prof.ssa S. Macaluso, presidente dell’ass.ne Le Rose Bianche, la prof. ssa V. Margiotta, consigliera dell’associazione, l’arch. G. Mineo, segretaria dell’associazione